Senza dubbio una gran bella esperienza, per la quale ringrazio ancora gli amici dell’ANIAD Brescia, i diabetologi dell’AMD Veneto e Roche-Diagnostics che ci hanno offerto questa possibilità.
L’occasione è stata veramente propizia sotto diversi punti di vista.
Intanto è servita a fare nuove conoscenze e a consolidarne altre che fino ad allora si erano limitate a contatti telefonici o qualche scambio di battute su FB, ma è servita anche perché sul piano della gestione del diabete la gara si è rivelata fonte di nuovi insegnamenti e di conferme. Tra queste ultime una sopra ogni altra, ovvero, come dice un amico:
“ quando credi di aver capito tutto sul diabete, scopri invece che non hai capito un c….”
Dal punto di vista sportivo, inoltre, ha rappresentato il ritorno alle gare di una certa distanza dato che dal 2008, anno in cui ho corso la mia ultima maratona, una serie di infortuni con particolare riguardo alle ginocchia, non mi hanno permesso, se non dopo lunghi e faticosi periodi di recupero, di andare oltre qualche mezza maratona.
Debbo aggiungere che oltre l’ostacolo fisico, anche quando questo è stato superato, verosimilmente in questi anni si è frapposto tra me e le competizioni lunghe, un ostacolo di carattere mentale.Quasi come se il mio inconscio mi ordinasse di non tentare neppure di immaginare sedute di allenamento e tabelle rivolte alla maratona, pena incorrere ancora una volta in infortuni e lunghi tempi di fermo.
Tracciare il mio profilo metabolico relativamente alla gara non può prescindere da quanto accaduto già dal giorno prima e dagli stati emozionali attraversati durante la competizione.
Il pomeriggio del sabato infatti si è consumato all’insegna di glicemie sempre perennemente al di sopra di 200, conseguenza verosimile dei grassi che hanno caratterizzato il mio pranzo.
L’approccio alla cena si presenta molto migliore con una glicemia di 138.
Come oramai è mio solito fare da quando sono in terapia con microinfusore, prima di una gara o di un allenamento importante in programma per l’indomani mattina non riduco l’entità del bolo né della basale.A differenza di quando in multiiniettiva invece, riducevo quanto meno la lantus.
Calcolo per la cena del sabato una quantità di circa 100 gr di CHO (90/100 gr di pasta più 60/70 gr di pane), e mi somministro un bolo di 6,6 unità in modalità onda doppia (60% immediato e 40% a partire da 90’ dopo la cena), per arginare possibili effetti di rimbalzo sulla glicemia a causa dei grassi presenti nel condimento della pasta e nel secondo di carne.
La strategia sembra funzionare poiché quasi 4 ore dopo cena la glicemia è di 133.
Alle 4:30 invece rilevo una glicemia di 245 e faccio un bolo di correzione di 2,4 U.
Alle 6:30 al risveglio, la glicemia risulta ancora fuori range. 213. Inizio a revisionare il mio usuale comportamento. Ovvero, poiché non reputo di buon senso saltare la colazione, ma neppure pensare di non fare nessuna somministrazione (come sono abituato a fare normalmente prima di un allenamento impegnativo), opto per una colazione molto spartana ma che mi permetta di introdurre un po’ di CHO e proteine e di fare un po’ di insulina.
La colazione si rifà a due piccole fette di pane (stimo circa 25 gr di CHO), con una fetta di prosciutto cotto. Faccio un bolo di 2 unità e rimando a più tardi la riduzione della basale che sono solito rimodulare durante una gara o un allenamento mediamente lungo.
Mezz’ora prima della partenza una glicemia di 300 misurata con il glucometro mi mette veramente in crisi.
1. continuo a non comprendere cosa sia capitato nel corso della notte che ha determinato l’IPER registrata.
2. mi domando se iniziare una 30 km in quelle condizioni sia opportuno.
Decido per iniziare la gara verificando costantemente l’andamento glicemico attraverso il sensore che ci è stato installato il giorno precedente, e confido che lo sforzo fisico prodotto determinerà l’’auspicata normalizzazione della glicemia. Riduco la basale come mio solito fare del 60% e passo così ad una somministrazione di 0,4 U/h anziché di 1 U/h.
Dopo 5 km glicemia 292 (rilevata con sensore), faccio un bolo di 1 U sperando che questo non mi presenti il conto successivamente con un calo glicemico repentino.
Al 10° km glicemia 282 (rilevata con sensore), non faccio nessuno bolo perché mi convinco che a questo punto l’ago cannula o il micro non funziona correttamente anche se da quest’ultimo, in quel caso, avrei dovuto avere dei messaggi di errore. Decido di arrivare al 15° km con la speranza che il presidio medico abbia con se delle penne di insulina. In caso contrario le decisione sarà mio malgrado di ritirarmi onde evitare guai dovuti allo sforzo fisico fatto in presenza di tali glicemie (e chetoni?).
Al 15° km non trovo insulina, ma mi viene misurata la glicemia con il glucometro, e, con grande sorpresa emerge una bella differenza tra il sensore che ancora rende un valore eccessivo pari a 252 ed il valore capillare di 179. A quel punto mi rincuoro e decido che posso affrontare i restanti 15 km con serenità e sicurezza e senza sorprese. Peraltro la differenza delle glicemie mi servirà per impostare una sorta di proporzione tra quello che leggo sul ricevitore e ciò che probabilmente è il dato reale, e con questo gestire l’altra metà della gara.
Sempre da quel momento in poi ad ogni rifornimento assumo solo sali minerali nella misura di circa mezzo bicchiere per volta, senza integrare con altri zuccheri e/o alimenti fino al termine. Non so quantificare il valore in CHO dei Sali ingeriti, anche perché non ho idea di quale marca fossero. In assoluto è comunque la primissima occasione dove pur affrontando un percorso così lungo, non ho necessità di integrare con zuccheri semplici e/o complessi.
Durante la seconda metà del percorso, dopo aver scaricato le tensioni causate dal dover correre con valori di glicemia elevati, ritrovo energia e motivazione. Faccio miei gli incitamenti di chi ai lati della strada incoraggia i propri amici e familiari impegnati nella corsa e finalmente conquisto Dobbiaco.
All’arrivo non avendo un glucometro non misuro subito la glicemia, ma solo dopo circa 20 ‘ e dopo aver ingerito un GLUCOSPRINT con 10 gr di CHO. Valore rilevato 135.
Al rientro in albergo intorno alle 16:00 sostituisco il set di infusione e misuro una glicemia di 281.
Alle 17:30 circa mangio un toast (stimo circa 50 gr CHO), e faccio un bolo di 6 U.
Alle 20:00 glicemia 112.
A casa con calma cercherò di comprendere meglio cosa è accaduto.
Naturalmente sono gradite osservazioni e valutazioni.