Archest, è un progetto di cooperazione che vede come partner Aniad Sardegna ODV (Associazione nazionale italiana atleti diabetici) e la federazione portoghese FPAD - Federação Portuguesa dasAssociações de PessoascomDiabetes. Il progetto è cofinanziato nell'ambito del bando Small Scale Cooperation Partnership del Programma Erasmus+ della Commissione Europea.
La prima parte del progetto ha visto la delegazione italiana partire per il Portogallo. La delegazione composta da 15 persone tra diabetologi, infermieri, persone con diabete di tipo 1 e 2 e rappresentanti, è stata in Portogallo dal 13 al 20 giugno. Durante l'implementazione delle attività progettuali sono state svolte numerose attività, tra le quali approfondimenti sulle nuove tecnologie a disposizione dei diabetici, visite culturali, attività sportive e iniziative di team building. La delegazione è stata accolta il 13 giugno all'aereoporto di Porto dalla FPAD nella persona della sua presidente Emiliana Querido.
La mattina del 14/6, l’ apertura delle attività è avvenuta all’interno di una sala convegni chiamata ATMOSFERA M nella quale si è parlato di Intelligenza Artificiale a supporto del Diabete con la psicologa Sofia Leite, del Progetto BlueO e di Tecnologia tra sensori e microinfusori, attraverso alcuni grafici con la diabetologa Sofia Teixeira. Dopo il pranzo a buffet, abbiamo passeggiato nel parco chiamato Palazzo di cristallo, nome omonimo dell’edificio costruito al suo interno, per poi spostarci verso la riva del fiume Douro ed entrare in un museo.
La seconda giornata è iniziata con la visita al quartiere Mathosinhos in una delle sue spiagge più note, successivamente visita al faro Farolim de Felgueiras per poter ammirare al meglio la potenza dell’oceano, per poi spostarci nel famosissimo mercato Bolhao nel quale abbiamo assaggiato numerosi numerosi cibi tipici. Nel pomeriggio ci siamo spostati a Villa Nova de Gaia nella quale, all’interno di una nota cantina di Porto, abbiamo fatto la visita della stessa e la degustazione del vino, dopo la cena uno spettacolo folkloristico nella piazza antistante.
La terza giornata è iniziata all’insegna dell’attività con un docente di educazione motoria, giochi ed esercizi a corpo libero eseguiti all’interno di un bellissimo parco . Una volta rientrati in hotel ci si è spostati in pullman a Coimbra per giocare a Golf, Sport utilizzato per la gestione dello stress e del diabete, di seguito una passeggiata all’interno della città prima di cena.
Nella quarta giornata abbiamo prima fatto visita alle Associazioni Portoghesi ADZC, FPAD,DTT per poi fare una visita guidata nella famosissima e bellissima Università di Coimbra. Dopo il pranzo due appuntamenti di rilievo il primo con la Dr.ssa Eugénia Carvalho, docente al Centro di Neuroscienze e Biologia Cellulare dell’Università di Coimbra, che ha descritto uno studio teso a comprendere i meccanismi molecolari con particolare riguardo alla resistenza all'insulinica. Il secondo al Centro Hospitalar e Universitário de Coimbra- il complesso sanitario pubblico portoghese dove abbiamo incontrato il Dr. Miguel Carvalho, specialista di neurochirurgia, che ha sinteticamente, ma efficacemente illustrato il contenuto della sua ricerca su neuroscienza. Dopo la cena abbiamo assistito al Fado, una musica popolare tipica Portoghese.
La quinta giornata è iniziata con attività in piscina all’interno dell’hotel e dopo pranzo partenza per Lisbona, e ad accoglierci con l’Associação Protectorados Diabéticos de Portugal (APDP), associazione diabetica di Lisbona.
L’ultimo giorno è stato riservato all’alimentazione, all’interno di una sala convegni , un incontro con la nutrizionista Diana Rendeiro che ci ha presentato numerosi consigli utili per la nostra alimentazione. Dopo pranzo convegno al Centro Nova per la Salute Globale – NOVA IMS con il Prof. Henrique Lopes, Coordinatore scientifico di progetti europei dedicati alla digitalizzazione del supporto ai processi decisionali delle politiche di sanità pubblica. Terminato l’interessantissimo convegno con la visita all’università, le delegazioni sono ripartite in pullman verso Porto, con sosta a Fatima con visita Santuario e a Coimbra, per la cena di saluto con gli amici della delegazione portoghese, per poi raggiungere l’hotel all’aeroporto di Porto.
L’esperienza ha avuto lo scopo mettere in contatto ricercatori, formatori, medici e persone, che si occupano della cura e della gestione della malattia nell’ottica di uno scambio proficuo di conoscenze e competenze. Tra gli altri obiettivi il miglioramento della conoscenza di abitudini alimentari e stili di vita di un’altra cultura, aumentando così la capacità di fare scelte informate su come affrontare il diabete e condurre una vita più sana.
Il progetto ha avuto lo scopo di favorire la ricerca e lo sviluppo di esperienze di buone pratiche e rafforzare i collegamenti tra le regioni europee più colpite e, una volta riportate nel nostro contesto, le conoscenze e competenze acquisite, saranno poi oggetto di diffusione e promozione.
La compagnia Portoghese ha organizzato al meglio gli incontri e grazie alla loro socializzazione ha reso davvero speciale questa esperienza.
Dopo questa bellissima esperienza si ritorna alle nostre vite, un po' stanchi ma con il cuore pieno, pieno di affetto raccolto in questi giorni . Attività sportive di vario genere, incontri culturali, eventi con docenti universitari ,medici e ricercatori ci hanno fatto crescere come associazione e come persone, e di questo ve ne siamo grati @fpad_diabetes FPAD - Federação Portuguesa das Associações de Pessoas com Diabetes. Ma il progetto non è finito qua, anzi siamo solo a metà, a settembre vi aspettiamo nella nostra isola per continuare le attività del progetto ARCHEST,sperando di accogliervi così come avete fatto con noi. A presto!
Il direttivo di ANIAD Sardegna
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Il progetto ARCHEST è cofinanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma Erasmus.Le opinioni espresse appartengono, tuttavia, al solo o ai soli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell'Unione europea o dell’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA). Né l'Unione europea né l'EACEA possono esserne ritenute responsabili.